La Sala della Balla ha forma rettangolare, soffitti alti 10 metri, grandi finestre diffondono la luce del giorno e una sola porta serve l’ ingresso e l’uscita. Per la mostra, le finestre sono state chiuse e una passatoia indica il percorso unico per i visitatori; mentre, in ogni singola sezione grandi titoli forniscono alcune informazioni generali. Al fine di evidenziare la carriera di Versace, la mostra si articola in ordine cronologico in sei parti distinte: Sezione 1: "L’utopia del passato" mostra sia gli abiti della madre sarta di Versace sia i primi anni delle linee di prêt-à-porter progettate per Callaghan, Genny e Complice. Sezione 2: "Il capolavoro sconosciuto" sottolinea come, nonostante le apparenti variazioni stagionali della moda, esista una continuità e coerenza di stile e design tra una collezione e l'altra. Alte quinte a forma trapezoidale allungata scandiscono il percorso, rendendo così possibile il controllo e l’illuminazione di accento su ogni singolo abito. Un canale continuo, fissato a 5m di altezza sopra l'asse della pedana sostiene una batteria di lampade alogene a bassissima tensione 75W AR111, con emissione di flusso da 5° a 10°. Per garantire che ogni abito sia illuminato da fasci paralleli e senza ombra, una rete metallica è stata appositamente fissata al pavimento per eliminare ogni possibile proiezione al suolo. Sezione 3: "La mise en scène" dedicata al teatro e alla moda, è illuminata con effetti cinetici, luce in movimento per accentuare le caratteristiche dei costumi presenti sul proscenio. Apparecchi teatrali creano effetti di luce alternata frontale, di taglio, di ribalta, di quinta luminosa, per permettere agli abiti - personaggio di vivere con tutto il fascino del palcoscenico. Una finestra di luce, proiettata sul fondale, mutevole per intensità aggiunge profondità e larghezza agli spazi piuttosto costretti, magia e temporalità ai costumi. Sezioni 4/5/6 : dedicate all’ alfabeto stilistico di Versace, abiti e connessioni culturali.
Gianni Versace - L’abito per pensare
exhibitionLa luce è in grado di mutare a seconda dei temi affrontati e degli ambienti in cui si trova. Dalle lampade alogene agli apparecchi teatrali: il visitatore osserva gli abiti e poi diventa spettatore di una mise-en-scène
Anno
1989
Luogo
Castello Sforzesco, Milano – Italia
Cliente/Collaboratore
Arch. Gianfranco Cavaglià