Spazio Oberdan Centro Culturale

museum

Il progetto illuminotecnico segue il più generale progetto architettonico, in un gioco di luce in cui si accentua il rapporto tra esterno e interno. La varietà di attività che si svolgono nel Palazzo necessita di un'illuminazione flessibile e personalizzata, in cui gli apparecchi devono essere assimilati all'architettura, fondersi con questa, in una maglia regolare, in un dialogo costante

Anno

1999

Luogo

Milano – Italia

Cliente/Collaboratore

Gae Aulenti Associati

Il Palazzo, costruito alla fine del 19° ospita al piano terra diversi negozi e sei piani di appartamenti soprastanti. Nel corso degli anni, il Palazzo subì varie modifiche, in particolare le opere realizzate negli anni trenta hanno portato al Cinema Giardini (conosciuto soprattutto come cinema a luci rosse). Lasciato in uno stato di degrado per molti anni, dopo grandi opere di restauro l'edificio è stato trasformato in un centro culturale con spazi espositivi e gli uffici per l'amministrazione provinciale di Milano. L'illuminazione segue il più generale progetto architettonico: ampie finestre permettono di vedere dall'esterno ciò che accade all'interno, alla luce del giorno di contribuire all'illuminazione degli spazi interni, mentre la luce artificiale illumina il Palazzo di notte. Per accentuare questo rapporto interno - esterno, apparecchi di illuminazione "Radius” sono stati collocati sopra le finestre del primo e del secondo piano: la loro funzione durante la notte è accentuare la luce già emanata dall’illuminazione interna. A causa delle varie attività che si svolgono in Palazzo, è stato necessario un sistema di illuminazione flessibile, i dispositivi di illuminazione dovevano diventar parte dell’ l'architettura. Sono stati utilizzati apparecchi ad incasso "Frame", ciascuno dotato di quattro lampade ad alogeni a bassissima tensione orientabili e con diverse fasci di emissione. La distribuzione con maglia regolare degli apparecchi e la loro ripetizione in tutti gli spazi del Palazzo (ingresso, biglietteria, bookshop, sala computer, cinema, sala mostre), fa in modo che vengano assimilati all’architettura e diventino parte integrante della stessa.

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