Il desiderio di dare un grande rilievo alle collezioni Dior, come in un allestimento museale, ha portato alla scelta di utilizzare un sistema di apparecchi, nascosti alla vista, incassati in una gola inclinata ricavata a soffitto. Questi equipaggiati con lampade alogene a bassissima tensione illuminano con luce diretta gli abiti e gli oggetti esposti in modo tale da renderli protagonisti assoluti nello spazio evidenziati da valori di illuminamento molto elevati. Nel dicembre 2003 apre il più grande flag shop del mondo del marchio francese a Omotesando-Tokyo. Viene sperimentato un nuovo concetto di edificio concepito come manifesto: la facciata si segnala per variazioni di colore sia di giorno che nelle ore notturne, l’interno si caratterizza per l’uso di lacche bianche e nere, del metallo e della pietra nera per i pavimenti. L’illuminazione, sempre integrata nell’architettura indica le varie destinazioni d’uso e di prodotti cambiando la colorazione dei tubi fluorescenti presenti nelle diverse gamme di gradi Kelvin disponibili (6000 per la facciata, 4200 negli spazi comuni) e utilizzando la luce degli spot ad alogeni (3050 K) sulle merci esposte per garantire la massima resa dei colori.
2003
Giappone
Tokyo
Christian Dior Couture - Bijoux
Dior Architetti
Foto: G. Olgiati